Viva Glam Fall 2014 Campaign – MAC Cosmetics
Ricordo ancora quando, a 6-7 anni, passarono la notizia al tg della morte di Freddie. E ricordo anche nei giorni e negli anni a seguire la fobia e il terrore dell’AIDS. Ne parlavano tutti, giornalisti, genitori, insegnanti. Un panico generalizzato che riguardava tutto: le siringhe, il sesso, addirittura gli ospedali, a causa delle trasfusioni (una vittima illustre? Isaac Asimov). Perché se prima l’AIDS era considerato un problema esclusivo degli emarginati (omosessuali, tossicodipendenti), ben presto ci si è accorti che questo male riguardava in realtà tutti quanti, anche coloro che pensavano di esserne ‘al sicuro’, protetti da comportamenti considerati ‘corretti’. Con gli anni le dinamiche del contagio si sono fatte più chiare, la ricerca scientifica ha fatto passi da gigante e ora molti malati riescono a sopravvivere molti anni. Ma di AIDS si muore ancora (per quanto in misura minore per fortuna), ma soprattutto ci si ammala ancora, e molto. E non se ne parla più. Parlare di AIDS è diventato un tabù, come se fosse un brutto ricordo relegato agli anni ’90. Parlare di malattia è un tabù. È facile fingere che i malati non esistano. D’altronde è un po’ come accadeva negli anni ’80 nei confronti degli ‘emarginati’.
Proprio per questo è di fondamentale importanza il sostegno a MAC Cosmetics e alla campagna Viva Glam. MAC Cosmetics è nata in Canada negli anni ’80 e si posta da subito in prima linea nel dichiararsi al fianco dei cosiddetti outsider, primi fra tutti la comunità drag. All ages, all races, all sexes recita il motto del brand. Ed è stato proprio Ru Paul, drag di spicco negli anni ’90, il primo testimonial della campagna Viva Glam nel ’94, proprio nel boom del panico da AIDS. Mi pare evidente quanta forza e significato abbia avuto questa scelta. E mentre il mondo tornava a dimenticarsi della malattia, l’AIDS in realtà non se ne è mai andata e MAC ce lo ricorda ogni anno con il rinnovo della campagna Viva Glam e dei vari testimonial che si sono susseguiti. Recentemente sono state mosse molte critiche di stampo moralista sulla scelta delle spokeperson: per quest’anno Rihanna e si vocifera Miley Cyrus per il 2015. Il che è abbastanza ridicolo e assurdo, considerando da un lato la filosofia e la storia di MAC Cosmetics e dall’altro le motivazioni di stampo sessista (mosse principalmente da persone di sesso femminile, tra l’altro) delle suddette critiche, soprattutto da parte di un Paese sessuofobico che predica bene ma razzola male. La campagna Viva Glam ha bisogno di rilievo mediatico, deve essere conosciuta soprattutto a livello pop. In questo caso la preoccupazione di MAC Cosmetics non è tanto quella di fatturare per scopi commerciali, ma fatturare il più possibile per fare qualcosa di bene, poiché vi ricordo che l’intero ricavato dei proventi Viva Glam viene devoluto ad Anlaids (IVA esclusa, dal momento che in Italia la beneficenza viene tassata).
Il ricavato servirà ad aiutare i malati di AIDS e nell’assistenza delle loro attività quotidiane, proprio perché se ora di AIDS si muore meno, chi ha contratto la malattia continua a vivere in una situazione di emarginazione e difficoltà, proprio a causa dei tabù e della volontà di allontanare e chiudere gli occhi, facendo finta che le cose – o le persone – non esistano.
Quest’anno Viva Glam ha visto due edizioni con Rihanna come spokeperson. A settembre è uscito il nuovo Viva Glam Rihanna II: rossetto (€19.00) e gloss (€18.20) hanno special packaging e saranno disponibili in ogni store MAC Cosmetics e online su www.maccosmetics.it per 6 mesi.