Oggi vorrei parlarvi di un profumo verso il quale nutro sentimenti contrastanti. Vi è mai capitato che un profumo vi piaccia in tutto e per tutto e però non riesca a fare breccia nel vostro cuore? Magari perché avete profumi dello stesso genere che però vi emozionano maggiormente o più semplicemente sentite la mancanza del fattore “wow”, il che secondo me non deve tradursi necessariamente in un particolare pregio tecnico di composizione o materia prima, ma può anche trattarsi di una insufficiente “risonanza” con i vostri sentimenti e le vostre memorie.
Questo è quello che penso tutte le volte che uso Escapade a Byzance di Olibere. Perché l’ho acquistato? Perché i profumi orientali, speziati e legnosi mi piacciono praticamente sempre salvo rare eccezioni, perché è un profumo del mio amato Bertrand Duchaufour e, banalmente, perché al primo annuso mi è piaciuto molto. Eppure, rimane sempre relegato in fondo ai miei preferitissimi e nella stessa famiglia olfattiva gliene preferisco sempre altri. D’altro canto, è un profumo che usato spesso e con piacere, ogni volta in cui cercavo un profumo non troppo complicato, facile da abbinare al mio mood del giorno e a qualsiasi contesto in cui mi trovassi. Come si suol dire, un no-brainer.
Olibere Escapade a Byzance
Che profumo è Escapade a Byzance? Un orientale ben fatto, che segue un po’ il filone della maniera lutensiana con il tocco riconoscibile di Duchaufour. E forse sta proprio qui il problema. Tra i profumi che possiedo di Duchaufour è quello che mi ha colpito meno, e sicuramente gli preferisco di gran lunga ogni Lutens in mio possesso. Gli altri sono se non capolavori assoluti, profumi che mi commuovono, questo è un profumo piacevole e in un certo senso “funzionale”, come se si trattasse di un esercizio ben fatto ma meccanico.
L’accordo principale? Legni ambrati con un tocco di incenso. In apertura, tante spezie aromatiche: la freschezza dello zenzero, la piccantezza del pepe e dei chiodi di garofano, lo zafferano, la dolcezza della cannella. L’incenso viene reso aromatico e “trasparente” dal timo e dal cipresso, mentre il dry-down è un generico accordo ambrato e legnoso, con la dolcezza del benzoino e la radiosità del legno di cedro.
Non ha una persistenza particolarmente lunga, a differenza di tanti profumi di questo genere.