Durante le richieste di separazione Facebook viene tirato in ballo dopo appena 2 minuti di conversazione. Impressionante, vero?
Volenti o nolenti, i conti con la contemporaneità andrebbero fatti una volta per tutte e, se i social network ci hanno regalato la straordinaria possibilità di allargare i nostri orizzonti, ampliare le nostre conoscenze, arrivare laddove non avremmo mai pensato che sarebbe stato possibile, c’è indubitabilmente da affrontare anche il rovescio della medaglia, così come per qualsiasi fatto umano. Ebbene, è indubbio che amplificare le possibilità di contatto significa nel contempo moltiplicare tentazioni, incompresioni ed equivoci.
Così, all’aumentare della facilità di comunicazione, è facile cadere nella spirale ossessivo-compulsiva di un’osservazione, se vogliamo anche un po’ morbosa, che rinchiude la nostra mente in una inesorabile incomunicabilità. Spesso e volentieri proprio nei confronti di chi ci è fisicamente accanto.
La contemporaneità dei paradossi, è quello che riesce a raccontare – con innegabile maestria – Ester Viola, autrice esordiente di “L’Amore è eterno finché non risponde”. Non è facile trovare nella letteratura un’acutezza e uno spirito tali nel raccontare il tema più classico dei classici, catturando istantanee della realtà che ci circonda.
Come sottovalutare, del resto, il legame tra letteratura e fotografia, entrambi talenti con cui si racconta la realtà, l’uomo, i suoi pensieri e le sue relazioni con i suoi simili.
Talento è proprio la parola chiave in questo caso, dato che Ester Viola è stata premiata domenica scorsa come miglior autrice esordiente dal pubblico de La Lettura, all’interno della kermesse Il Tempo delle Donne, presso La Triennale di Milano, con il patrocinio de Il Corriere della Sera e Fujifilm Italia, grazie all’iniziativa #instaxtalent.
